Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεϊ ώς ποταμός), tradotto
in “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad
Eraclito. «Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e
non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo
stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento
essa si disperde e si raccoglie, viene e va». È una visione che ricorda
da vicino il concetto Buddista di impermanenza e gli insegnamenti
del Taoismo cinese, in cui si ricerca la liberazione dall’eterno flusso
del divenire, dal ciclo continuo di morti e rinascite. Analogamente
Eraclito sottolinea che v’è un Logos sottostante a questo continuo
mutamento, un’armonia profonda che governa in modo oscuro e
inconoscibile la perenne dialettica fra contrari che provoca il divenire perpetuo degli esseri.
Nel gioco degli opposti il saggio rimane fermo al centro del cosmo, come spettatore del continuo mutare
delle cose.
«Di questo discorso che è sempre gli uomini sono incapaci di comprensione, né prima di aver sentito parlarne, né dopo aver sentito parlarne la prima volta; e
anche se tutte le cose avvengono secondo questo discorso, essi si mostrano inesperti, quando si cimentano in parole e in azioni, quali quelle che io presento,
distinguendo ciascuna cosa secondo la propria natura,
e spiegando come essa è. Ma agli uomini sfugge ciò
che fanno da svegli, così come dimenticano ciò che
fanno dormendo».
Eraclito, Frammento 22 B 1 D
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