domenica 25 marzo 2012

Le dieci regole della manipolazione mediatica

1 – La strategia della distrazione.
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione.
Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3 – La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4 – La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.
5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.
Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….
7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far sì che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9 – Rafforzare il senso di colpa.
Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!
10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.
Negli ultimi 50’anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Chi siete veramente



Avete idea del perché fate determinate cose? Sapete chi siete e che cosa pensate? Molte persone passano la vita senza mai chiedersi i motivi per cui provano certe sensazioni, hanno certe reazioni o che cosa determini il loro buon umore o malumore. Si giustificano dicendo che sono fatte così, punto e basta, ma non cercano altre spiegazioni. Apprendere qualcosa di più su noi stessi, su ciò che suscita la nostra collera o ci rende felici, tristi o irritabili, che cosa ci spinge a fare gli straordinari,ad alzare il gomito quando non ne possiamo più, o a rosicchiarci le unghie o la penna quando ci sentiamo stressati, può essere un viaggio affascinante alla scoperta di noi stessi.

giovedì 22 marzo 2012

Posso aiutarti ad ottenere il meglio di te!



Il mio approccio si concentra sul presente senza scavare troppo nel passato.
Insegno delle tecniche semplici e facilmente praticabili per modificare i modi distorti di pensare e i comportamenti disfunzionali.

Ho trattato con successo casi di:
  • ·         Ansia e attacchi di panico.
  • ·         Problemi di autostima.
  • ·         Problemi legati alla sfera sessuale.
  • ·         Disturbi post traumatici da stress.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

RICEVO: Nel mio studio, a Ragusa in via Archimede, 295. Via Telefono o tramite Skipe ( giuseppe-mirabella) 
Per prenotare potete  potete contattarmi al   Tel  339 4442385  (Dott. Giuseppe Mirabella)

lunedì 19 marzo 2012

Sessualità e condizionamenti


Spesso condizionati da ciò che la società pensa sia giusto riguardo al sesso, lo mettiamo a tacere. Ma se lo lasciassimo esprimere, conosceremmo il nostro reale desiderio. Che potrebbe così manifestarti liberamente, libero cioè dal proprio e dall'altrui giudizio. Diventando più consapevoli delle nostre esigenze e pronti a incontrare un partner che le soddisfi, vivremmo una relazione anche capace di curare le ferite del passato.

domenica 11 marzo 2012

Le 7 chiavi della tua serenità



  1. Fai pace con il tuo passato, per non rovinarti il  presente.
  2. Quello che gli altri pensano di te non è un tuo problema.
  3. Il tempo guarisce quasi tutto: dai al tempo del tempo.
  4. Nessuno è la ragione della tua felicità eccetto te stesso.
  5. Non paragonare la tua vita a quella degli altri, non hai idea di cosa sia fatto il loro viaggio.
  6. Smettila di pensare troppo: non è un problema non avere tutte le risposte.
  7. Sorridi: non possiedi tutti problemi del mondo.

venerdì 9 marzo 2012

Cambiare si può



Soltanto fino ad alcune decine di anni fa, la scienza ci aveva portato spesso a credere che fossimo predestinati dalla genetica, ostacolati dal condizionamento e che bisognasse rassegnarsi alla proverbiale idea che fosse impossibile abbandonare le vecchie abitudini per impararne di nuove. Tuttavia, quello che si è scoperto studiando negli ultimi anni il cervello e i suoi effetti sul comportamento deve renderci enormemente fiduciosi della nostra capacità di cambiare. Avevamo solo bisogno di sapere come fare e oggi la neuroscienza ci viene in soccorso. Le nuove scoperte delle neuroscienze, della neurofisiologia, della biologia, e della genetica, indicano che possiamo davvero modificare il nostro cervello e cambiare la nostra vita. Nella nostra mente, nel nostro modo di pensare, nei nostri atteggiamenti e nelle nostre credenze sono presenti e a nostra disposizione grandi potenzialità, che finora abbiamo ignorato e mai utilizzato.